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SNAMI Scrive alla Regione sugli ambulatori bassa complessità per i PS


Parma li 4 ottobre 2022






Dott. Raffaele Donini

Assessore Regionale alle Politiche per la Salute

Regione Emilia-Romagna


Dott. Luca Baldino

Direttore Generale

Direzione generale cura della persona, salute, welfare

Regione Emilia-Romagna


Dott.ssa Fabia Franchi

Direttore del Servizio di Assistenza Territoriale

Regione Emilia-Romagna



p.c.


Alle Organizzazioni Sindacali della Dirigenza Medica


Alle Organizzazioni Sindacali della Medicina Generale


Agli iscritti




Oggetto: Ambulatori bassa complessità per bilanciamento carichi Pronto Soccorso




Spettabile Assessore, gentili Direttori,


con la presente desideriamo portare all’attenzione il tema degli ambulatori a bassa complessità che le varie Aziende USL in ordine sparso stanno tentando di organizzare con una molteplicità di tavoli. La mancanza di un coordinamento regionale sulla materia sta generando non poche criticità per via delle differenti organizzazioni, retribuzioni, posizionamenti proposti, compiti e funzioni specifici etc..etc…


Riteniamo sia fondamentale operare con celerità una cornice regionale che consenta a tutte le aziende di muoversi in maniera omogenea, come già avviene per tanti altri temi, tra cui le ex USCA ora U.C.A. i vaccini, l’emergenza territoriale etc.….


Non serve ricordare come la gestione dei servizi di emergenza urgenza della regione emilia romagna sono stati oggetto di ampia critica da parte nostra e che negli ultimi 10 anni ed è noto che SNAMI già da almeno 20 anni proponeva di adottare una regolamentazione chiara ed omogenea sugli ambulatori di continuità assistenziale utile a definire in maniera univoca ai cittadini le prestazioni ivi erogabili, la check list di farmaci e materiali necessari e disponibili, le procedure per l’accesso diretto agli specialisti senza transito da pronto soccorso quando non necessario oltre che svariati altri temi.


Timidi tentativi furono fatti su Modena, mentre nell’ AUSL di Bologna pur giunti ad un accordo per ambulatori in ogni distretto, tutto frano’ per via del passo indietro fatto dall’allora direzione.


Il sovraccarico dei pronto soccorso da parte di tanti accessi che pur non appropriati per questo setting, non trovano dal sistema sanitario risposta alternativa, va oggi necessariamente gestito con una progettualità da “piano Marshall” per garantire che tanto i pronto soccorso quanto le cure primarie possano operare al meglio possibile senza essere sommersi da carichi non di rispettiva pertinenza.


Riteniamo che a tal proposito sia fondamentale una cornice che definisca chiaramente, nel rispetto del normativo esistente:


  1. Parametrazione ottimale delle sedi ambulatorio e degli orari:

di continuità assistenziale

ambulatori diurni presso le case della salute o nelle adiacenze dei PS

  1. Sistema di risposta telefonica di indizzo tramite 116-117

  2. Collegamento telefonico e telematico con i Nuclei di Cure Primarie e con medici e infermieri territoriali

  3. Sistema di relazione con gli ambiti specialistici, con il sistema 118 e con il pronto soccorso

  4. Carta dei servizi erogabili ed eventuali tariffari per prestazioni specifiche

  5. Check list e standard per materiali e attrezzature necessari per gli ambulatori e per le attività domiciliari

  6. Requisiti formativi di ingresso e formazione continua del personale

  7. Definizione delle graduatorie di incarico

  8. Aspetti retributivi e assicurativi del personale medico convenzionale ivi operante


Nell’ambito dei tavoli e testi di intesa finora circolanti in alcune aziende, spesso abbiamo senza successo tentato di integrare percorsi formativi che rappresentano lo standard, particolarmente in alcuni setting come gli ambulatori punti di primo intervento delle aree remote, purtroppo ricevendo svariati dinieghi che hanno comportato per molti professionisti una rinuncia ad operare in tali sedi.


. È noto infatti come le scelte politiche nazionali di questi ultimi anni abbiano voluto mantenere separazione formativa tra diversi ambiti clinici, limitando e anzi vietando in alcuni casi agli uni, l’acquisizione di certe competenze formative attraverso una miriade di insensati limiti burocratici ed incompatibilità. Nemmeno l’enorme carenza ha indotto a superare questo discutibile sistema di regole.


Tali scelte, oltre che il noto “imbuto formativo”, oggi generano un gap macroscopico che rende molti professionisti titubanti dall’accettare determinate funzioni per le quali ritiene che il sistema nell’ultimo decennio non lo abbia preparato sufficientemente. Fortunatamente il tema formativo è pienamente risolvibile se affrontato con gli strumenti che un grande sistema sanitario regionale come quello Emiliano-Romagnolo ha, consentendo il superamento di tali timori e accrescendo contestualmente la clinical competence e sicurezza delle cure dando a molti giovani professionisti di oggi, che saranno i nostri medici di famiglia di domani, un pacchetto di competenze ancora più ampio


Ringraziando per la cortese attenzione dedicata, rimaniamo a disposizione per i passaggi successivi, anche correlati all’ accordo sull’ assistenza primaria a ciclo orario.



Cordialmente



Il Presidente Regionale

Dott. Roberto Pieralli






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