SNAMI ER Replica a Pastori (RER)
- 22 giu
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Bologna li 22 giugno 2025
COMUNICATO STAMPA
SNAMI Replica a Pastori (RER) - Tempi e qualità della risposta nel sistema di emergenza territoriale – no agli indicatori come alibi, sì a una rete realmente clinico-assistenziale d’avanguardia, ridondata, professionalmente completa
In merito alle recenti dichiarazioni stampa di Antonio Pastori, in qualità di Sindacato maggiormente rappresentativo dei Medici dell’Emergenza Territoriale 118, riteniamo necessario fare chiarezza su un aspetto fondamentale del sistema di emergenza sanitaria territoriale: gli indicatori di monitoraggio LEA non devono essere utilizzati come fossero norme o linee guida cliniche – sono solo una lancetta sul tachimetro, non sono il codice della strada.
I tempi obiettivo di soccorso, già definiti a livello nazionale e presenti in Gazzetta Ufficiale da anni, dal 1992 e richiamati anche nella Delibera di Giunta Regionale Emilia-Romagna n. 1349/2003 (pagina 32), sono i seguenti:
• 8 minuti in ambito urbano
• 20 minuti in ambito extraurbano
Queste soglie rappresentano lo standard di riferimento per un sistema sanitario pubblico che voglia garantire tempestività, ma non bastano per l’appropriatezza. Occorre infatti porsi una domanda decisiva:
Chi arriva entro questi tempi?
Un mezzo qualsiasi, anche privo di personale sanitario e magari con solo volontari oppure un equipaggio idoneo rispetto il livello di criticità rappresentato dalla chiamata, e quindi in grado di garantire un'effettiva presa in carico clinica per valutazione e trattamento del paziente?
Sono ormai numerose le segnalazioni dei medici che documentano l’invio, su codici di gravità presunta elevata (come crisi asmatiche, reazioni allergiche gravi, dolori toracici), di ambulanze con solo personale volontario. Spesso si utilizza la definizione ambigua e non normata di “codice rosso base”, priva di fondamento nel sistema nazionale di codifica. Solo in alcuni casi, e (sempre che la solerzia dei tagli non l’abbia chiusa o spostata) , viene preallertata l'automedica, con tempi di intervento e incertezze che variano da territorio a territorio e che compromettono la sicurezza del paziente.
Questa deriva organizzativa pone un grande punto interrogativo sugli standard clinico-assistenziali. Antonio Pastori potrà sostenere che sia il miglior sistema in italia, ma gli operatori, e quelli li rappresentiamo noi, hanno idea che il piano inclinato sia sempre piu’ angolato, e non verso l’eccellenza.
Se si vuole garantire un sistema realmente adeguato alle esigenze della popolazione, vanno introdotti parametri certi, come:
presenza costante di “mezzi di soccorso avanzato” definiti univocamente come mezzi con medico e infermiere contemporaneamente a bordo" ogni 60.000 abitanti per non oltre 350 km² di territorio regionale, come da DM 70/2015
Numero di ambulanze infermieristiche e con personale volontario adeguato ai bisogni e alla demografia territoriale, avendo a riferimento i parametri AGENAS di cui a Monitor n° 27
Solo così sarà possibile garantire, in modo omogeneo, ridondato, per ordinario ed eventi maggiori, valutazione, intervento e trattamento terapeutico tempestivo e qualificato, garantendo la massima riduzione di ritardi, mortalità ed esiti negativi, come ampiamente dimostrato anche recentemente dalla revisione della letteratura scientifica internazionale.
Il tempo è una variabile essenziale, ma non va discostato dalla qualità della risposta che lo è ancora di più. Riteniamo che il dibattito pubblico e istituzionale debba spostarsi su un livello piu’ alto, smettendola di nascondersi dietro un dito e dietro alla confusione terminologica di cosa sia un mezzo di soccorso avanzato. Una vera riflessione sulla capacità clinica del sistema di intervenire, salvare e stabilizzare come la scienza ci dice si dovrebbe fare.
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