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"Non si può garantire un medico con infermiere per le patologie minori nei CAU e negarlo al paziente critico in emergenza”

  • 14 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

COMUNICATO STAMPA


Emergenza territoriale: SNAMI Emilia-Romagna in audizione presso la Commissione Sanità regionale“Non si può garantire un medico con infermiere per le patologie minori nei CAU e negarlo al paziente critico in emergenza”


Bologna, 14 luglio 2025 –

SNAMI Emilia-Romagna è intervenuta oggi in audizione presso la Commissione Sanità della Regione per segnalare, con la consueta professionalità e documentazione puntuale, le criticità del sistema di emergenza territoriale che, pur mantenendo un buon livello di risposta, presenta elementi strutturali che non possono più essere ignorati. Per questo motivo oggi abbiamo portato dati, idee ed esempi concreti delle questioni che vivono gli operatori ogni giorno.


Rimodulazioni e tagli alle automediche negli ultimi anni stanno compromettendo la capacità dei medici di emergenza di garantire il livello di assistenza che desiderano garantire, perche’ questa possa essere adeguata e omogenea sul territorio, soprattutto nelle aree più periferiche e fragili.


“Abbiamo rappresentato chiaramente – ha dichiarato SNAMI – che il concetto di mezzo di soccorso avanzato non può essere ridotto a una definizione burocratica. Deve corrispondere alla reale capacità di quel mezzo di fornire tutte le manovre previste dall’Advanced Life Support (ALS), grazie alla presenza congiunta di medico e infermiere a bordo. È inaccettabile pensare di affrontare situazioni di emergenza con strumenti insufficienti o inadeguati.” La regione dichiara di annoverare anche le ambulanze con il solo infermiere tra i mezzi avanzati, portando quindi il complessivo al doppio rispetto al parametro richiesto a livello nazionale di 1 mezzo si soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti per non oltre 350 km2 di territorio, ma i medici sono in modo disomogeneo su una media di 1: 1.00.000 circa dai dati presentati, con picco a piacenza dove un solo medico e’ rimasto a coprire l’intera provicia. In queste condizioni e’ facile capire come mai i medici scappano dal sistema di emergenza regionale. 


Un punto centrale dell’intervento ha riguardato anche l’incoerenza organizzativa: “Non possiamo pensare che per la gestione delle patologie minori, nei CAU, sia ritenuta necessaria la presenza di medico e infermiere, mentre per i pazienti critici soccorsi sul territorio si ritenga accettabile non garantire lo stesso livello di servizio.”


Ogni paziente è un individuo unico, con storia clinica, terapia in atto, allergie, comorbidità – e come tale deve essere trattato. Automatizzare i percorsi assistenziali in nome dell’efficienza, svuotando i mezzi avanzati della componente medica, significa compromettere la qualità delle cure e aumentare i rischi per i cittadini.


SNAMI ha inoltre criticato il ricorso a istruzioni operative aziendali che, di fatto, certificano la fragilità dell’attuale rete di emergenza, ammettendo intrinsecamente la mancanza di copertura dei mezzi avanzati con equipe medico-infermieristica.


Oggi abbiamo fatto la nostra parte – ha dichiarato SNAMI – come sempre, in modo costruttivo, professionale e basato sui dati e portando il vissuto dei medici che rappresentiamo. Ora ci aspettiamo altrettanta serietà da parte della Regione nel prendere atto che, seppur il sistema nella sua globalità mostra una buona capacità di risposta, non si può ignorare che esistano  criticità che vanno riconosciute, analizzate insieme e risolte, a nostro giudizio riarmonizzando il numero di mezzi di soccorso avanzato con medico e infermiere a bordo avvicinandolo al parametro del DM 70/2015 e non allontanandolo ulteriormente.”

 

 

 

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