L'Appennino non si arrende: No alla rimozione del medico di emergenza territoriale in Alto Frignano
- 7 lug
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Cosa è successo al meeting pubblico sul 118 e perché il Frignano merita risposte serie
Il 1° luglio 2025, a Fanano, si è svolto un incontro pubblico molto partecipato per discutere la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza nell'Alto Frignano, in particolare la soppressione del medico a bordo del mezzo di soccorso locale.
Un gazebo per la raccolta firme ha accompagnato la manifestazione: oltre 4.000 le sottoscrizioni raccolte in pochi giorni, tra residenti, turisti e simpatizzanti, segno di un dissenso trasversale e profondo. La richiesta è chiara: mantenere una copertura sanitaria adeguata e realmente efficace per un territorio difficile, esteso, montano e soggetto a variazioni stagionali della popolazione.
La voce del Comitato e dei cittadini Antonella Ricò, fondatrice del Comitato spontaneo apartitico nato in difesa del servizio, ha parlato a nome di tutti: “Noi non siamo cittadini di serie B. Non accettiamo tagli su un servizio che salva la vita”. L’emergenza non può essere sacrificata sull’altare dell'efficienza o del contenimento dei costi.
L'intervento del Sindaco di Fanano, Stefano Muzzarelli Molto applaudito l'intervento del Sindaco Muzzarelli, che ha denunciato come la riorganizzazione non sia stata realmente condivisa con i comuni del territorio. “Avevamo ricevuto rassicurazioni su un percorso di confronto che non si è mai realizzato. Mi sento preso in giro”. Ha poi rilanciato la proposta di costruire un progetto speciale per la sanità di montagna, con reti omogenee, tecnologia adeguata, personale formato e investimenti certi.
La posizione dell'AUSL Modena: tra rassicurazioni e contraddizioni Il direttore del Distretto, dott. Brunetti, ha cercato di rassicurare i presenti sottolineando che il sistema nel suo complesso è sicuro e che il medico rimarrà nella struttura del CAU (Centro di Assistenza Urgenza). Tuttavia, ha anche ammesso che il medico non potrà uscire per rispondere alle emergenze sul territorio.
Una contraddizione evidente: avere un medico a disposizione ma non poterlo impiegare nelle emergenze è, come ha detto lo stesso Sindaco, un paradosso.
Brunetti ha poi ridotto il tema a una questione sindacale e di numeri: “Nel 2024 solo 10 interventi gravi”. Ma i presenti hanno replicato con forza: “Anche solo uno, se è tuo padre o tua madre, vale tutto”.
La replica sindacale: l'intervento del dott. Roberto Pieralli (SNAMI Emilia-Romagna) ha smontato l’intera logica numerica con un esempio semplice: “L’emergenza territoriale è come un’assicurazione: la paghi sperando di non usarla, ma deve esserci quando serve”. Ha denunciato la scarsa trasparenza nei dati e la mancata attuazione del principio di rotazione dei medici previsto dai contratti. Ha ricordato che si tratta di un territorio fragile, con viabilità difficile e picchi stagionali di afflusso turistico, e che i tempi di risposta devono considerare anche le emergenze simultanee.
Le voci della comunità: una montagna viva e determinata Molti cittadini sono intervenuti. Con passione e civiltà hanno chiesto risposte, non slogan. Si sono domandati perché in un territorio fragile, con connessioni difficili, si debba ridurre proprio il servizio che garantisce tempestività nelle emergenze.
Manuela Bazzani, insegnante e cofondatrice del comitato, ha chiuso con un messaggio forte: “Non ci fermeremo. Se servirà, porteremo la protesta davanti al CAU, in Regione, ovunque sarà necessario. Ma non accetteremo che la montagna venga ancora una volta dimenticata”.
Conclusione: una questione non chiusa Il meeting di Fanano ha mostrato quanto sia vivo il senso civico della comunità dell’Alto Frignano. Nessuno ha negato le difficoltà nel reperire medici o nel rendere efficiente un sistema complesso. Ma ogni riorganizzazione, per essere legittima, deve nascere dal confronto, dalla condivisione e dalla conoscenza reale del territorio. Questo, ad oggi, è mancato.
I cittadini del Frignano hanno dimostrato di non essere passivi. La montagna non si arrende. E la sanità pubblica, se vuole essere davvero equa e universale, non può lasciarli indietro.


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