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Immagine del redattoreSNAMI Bologna

SNAMI inoltra progetto alla Regione Emilia-Romagna per il Ruolo Unico a Ciclo Orario

Bologna 5 gennaio 2023



COMINICATO STAMPA


INOLTRATA ALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

PROPOSTA REVISIONE INTEGRATA DELLA RISPOSTA TERRITORIALE

COERENTE CON DM70 E DM77 DAREBBE EQUILIBRIO AL SISTEMA SANITARIO


REVISIONE COMPLETA DEL SERVIZIO DI GUARDIA MEDICA

AMBULATORI DISTRETTUALI PER ATTIVITA’ DI PICCOLA URGENZA E PRESTAZIONI NON DA PRONTO SOCCORSO CHE OGGI NON TROVANO RISPOSTA SE NON IN PRONTO SOCCORSO


CONNESSIONE TRA CENTRALE OPERATIVA 118 E 116117

1 STUTTURA OGNI 60.000 ABITANTI NON OLTRE 350KM2

CON INTEGRATA GUARDIA MEDICA E AUTOMEDICA 24 ORE SU 24



In questo periodo di grave carenza di professionisti è necessario riorganizzare in maniera profonda e integrata la risposta sanitaria territoriale che spesso oggi non ha gli strumenti per rispondere in maniera efficace in tutte le fasce orarie.


Gli studi dei medici di famiglia devono rimanere il fulcro del l'attività di prevenzione diagnosi e cura

I medici di famiglia devono avere il tempo e le risorse per concentrarsi sui pazienti cronici che oggi per via dell'invecchiamento della popolazione generale sono la vera epidemia.


Il nuovo accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti coi medici di medicina generale oggi consente una profonda revisione del servizio di continuità assistenziale che conta in ambito regionale di circa 1.200.000 ore di attività medica utilizzabili e che oggi sono sparse sostanzialmente solo sull'attività notturna prefestiva e festiva. L'esperienza delle USCA prima e delle UCA dopo dimostra il grande interesse soprattutto dei giovani medici a poter operare durante tutto l'orario della settimana in attività che non sono sostitutive ma possono supportare e integrare da un lato i medici di famiglia e dall'altro il sistema di emergenza urgenza ospedaliero.


SNAMI Emilia-Romagna ha quindi proposto una riorganizzazione integrata secondo parametri matematici di popolazione e area territoriale che consenta nell'ambito delle varie strutture, che potranno anche essere le case della comunità, l'apertura di ambulatori durante tutto l'arco della giornata dalle 08:00 alle 24:00 garantendo anche successivamente alla 00:00 la classica attività di continuità assistenziale . In ogni postazione si prevede che siano presenti medici della ex guardia medica, delle usca, delle uca e della medicina dei servizi, che oggi si occupa prevalentemente di attività programmata di prelievi e vaccinazione, mettendo quindi tutti questi professionisti in grado di lavorare durante tutto il giorno e non solo per le prime due o tre ore della mattina. Il rapporto ottimale popolazione/ superficie secondo SNAMI deve essere coincidente con quello dei mezzi di soccorso avanzato ovvero uno ogni 60.000 abitanti per non oltre 350 km² di area territoriale. In queste strutture devono essere concentrati sia gli equipaggi medicalizzati del 118 sia i medici della ex continuità assistenziale così come gli infermieri addetti all'assistenza domiciliare e agli altri servizi territoriali come i punti prelievi e le attività vaccinali e durante le varie fasce orarie della giornata possono essere dedicate ad attività programmate o legate a piccole contingenze che in quel momento non sono erogabili a livello degli studi di assistenza primaria riducendo quindi il ricorso inappropriato al pronto soccorso.


Tutte queste strutture devono essere interconnesse a livello informatico e dotate di sistemi di videocomunicazione con gli specialisti di riferimento ed essere dotati di tutte le apparecchiature classiche di un ambulatorio medico generalista secondo le migliori pratiche e standard internazionali di riferimento per le “urgent care” , devono quindi essere messi in grado di operare per visite estemporanee da “codice bianco” ma anche fare piccole suture e medicazioni così come registrare un elettrocardiogramma basale ed avere il materiale per un'iniezione o una flebo. L'accesso a queste strutture dovrà essere regolato in maniera da non creare una duplicazione dei servizi già esistenti, da un lato di cure primarie dei medici di famiglia e dall'altro delle strutture di pronto soccorso, trovando quindi uno spazio specifico che risponda alla piccola urgenza separando questa dalla vera emergenza urgenza che necessita di pronto soccorso, come anche già annunciato dalla regione per gli ambulatori ABC.


Questo modello potrebbe rendere capillare l'assistenza e risolvere il problema di rarefazione dei punti di accesso così come dei mezzi di soccorso per garantire una prima risposta più efficace che riduca, ogni qualvolta sia indicato, l'accesso improprio al pronto soccorso lasciando in questo modo i pronto soccorso in grado di occuparsi dei casi più seri e dando ai medici di famiglia la possibilità di dedicarsi pienamente alle attività di prevenzione, diagnosi e cura tipiche del loro ruolo, oggi messo a rischio e sotto stress per il sovraccarico di pazienti anziani e con pluripatologie.


Questo modello organizzativo prevede solamente una ridistribuzione di ore di attività già esistenti, creando un modello più attrattivo per i giovani professionisti e garantendo la sostenibilità dei costi, senza sacrificare la capillarità che i cittadini meritano di mantenere per le risposte ai bisogni primari di salute.




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