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Immagine del redattoreSNAMI Bologna

RIFORMA EMERGENZA URGENZA EMILIA ROMAGNA DA BOCCIARE - CAU COME "FAST FOOD" DEL SISTEMA SANITARIO


COMUNICATO STAMPA


POLITICHE PASTICCIATE DI DONINI E BONACCINI HANNO PRODOTTO

CONFUSIONE NEI PERCORSI DELL’EMERGENZA URGENZA

118 SEMPRE PIU’ DEMEDICALIZZATO PER IDEOLOGIA REGIONALE

MENO POSTI E FORMAZIONE PER I MEDICI MEDICINA GENERALE

NESSUN BENEFICIO PER I PRONTO SOCCORSO,

RIFORMA DELL’EMERGENZA URGENZA BOCCIATA SENZA RINVIO A SETTEMBRE.

FERMARSI E RIPARTIRE DA CAPO PRIMA CHE ALTRO LATTE VENGA VERSATO




La notizia stampa del decesso avvenuto al CAU di Budrio a seguito dell’ennesima peripezia di percorsi di emergenza urgenza impantanati nel e dal prodotto organizzativo delle recenti politiche assessorili, costringe Il Consiglio Regionale SNAMI oggi riunito in Romagna ad intervenire precisando quanto segue:


• Il problema dei Pronto Soccorso sottodimensionati rispetto ai bisogni della popolazione, lasciati senza posti letto, con una discutibile gestione del personale e con condizioni di lavoro inaccettabili per precarietà strutturali ed organizzative, di certo non puo’ risolversi con inanità palliative quali sono oggi i Centri di Assistenza Urgenza (CAU) voluti ed assemblati alla bell’e meglio dalla Regione con un fragile e pur incerto e precario avallo della sola Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG).

• Crediamo che se i pronto soccorso non hanno posti letto, vanno aumentati i posti letto, se i pronto soccorso non hanno abbastanza spazi e personale questi vanno aumentati ed il personale implementato, correttamente pagato e meglio trattato.

• I CAU per come oggi realizzati - e non già per come panaceamente spacciati - con personale con una formazione minima, soprattutto laddove sostitutivi di luoghi ove storicamente erano presenti quei Pronto Soccorso e quei Punti di Primo Intervento soppressi e sacrificati senza cambiare ed approntare quanto veramente necessario, sono a nostro giudizio un abominio e un pericolo per la sicurezza delle cure.

• SNAMI ha d sempre ritenuto che il potenziamento con ambulatori territoriali inseriti nei nuclei di cure primarie fossero una risorsa strategica per mettere la medicina territoriale in condizione di rispondere a quei bisogni ed a quelle piccole contingenze che sino ad oggi hanno trovato risposta solo in pronto soccorso pur nell’inappropriatezza di uso dello stesso. Abbiamo più volte segnalato, richiamato allertato ed ammonito rispetto alla potenziale pericolosità di una comunicazione semplicistica e disorientante che potesse di fatto indurre la popolazione a credere che “i bianchi e verdi” potessero essere tout-court problematiche gestibili nei cosiddetti CAU: cosa NON VERA in senso assoluto e discutibile anche nella sostanza.

• Non possiamo infatti che esprimere totale disappunto e contrarietà rispetto una campagna comunicativa regionale che ha peraltro inserito nei cartelli parole chiave quali “niente ticket” e “niente fila o poca attesa”, finendo di fatto col dipingere ed accreditare questi ambulatori quasi alla stregua di un “Fast Food” del servizio sanitario, in una logica che tende ad impostare, proporre e banalizzare percorsi e rimedi rispetto a problemi di salute che a dispetto di una apparente banalità sintomatologica nell’insorgenza potrebbero in realtà risultare complessi e finire per essere tradotti e risultare concretamente devianti rispetto alla stessa domanda – e conseguentemente - alla stessa risposta in termini di efficacia di intervento e cura.

• In assenza del 116 117 o di un filtro e di colloqui con un medico al telefono, abbiamo più volte rimarcato come non ritenessimo possibile e opportuno un accesso libero a fronte di una popolazione che non ha uniformemente gli strumenti per comprendere dove andare per le diverse necessità.

• La “Riforma dell’Emergenza Urgenza” così come allo stato concretizzata da Donini e dal suo Staff, è a nostro unanime giudizio professionale e sindacale destinato a produrre una vera e propria distruzione di quel vero sistema di risposta all’emergenza-urgenza d’eccellenza che questa Regione aveva, essendo esitato all’oggettività dei fatti in:

  • Chiusura di Pronto Soccorso e loro riconversione depotenziata in CAU

  • Chiusura di Punti di Primo Intervento e loro riconversione depotenziata in CAU

  • Chiusura di Automediche 118 con ampliamento dei territori tale da rendere l’attività medica di risposta alla vera emergenza sempre più complessa

  • Soppressione di punti erogativi di continuità assistenziale e di revisione delle Centrali Operative di Continuità Assistenziale come accade in Romagna

  • Racconto di fantomatici “nuovi mezzi di elisoccorso “ che non sappiamo quali siano.

  • Mancata organizzazione dei corsi di formazione per medici di emergenza territoriale nell’anno 2023

  • Riduzione del numero complessivo di posti di formazione per medici di medicina generale pur in un contesto di aumento della richiesta degli stessi anche per via dell’apertura dei CAU.

In questo scenario il Consiglio Regionale del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani dell’Emilia Romagna apprende inoltre con preoccupazione delle recenti dichiarazioni che sarebbero state rilasciate dal direttore Generale della Romagna nelle quali avrebbe addirittura affermato di volere che le Ambulanze 118 che si trovassero a trasportare pazienti in codice Bianco o Verde, possano scaricare tali pazienti al CAU. Notizia questa che rappresenterebbe la cartina tornasole della necessità di ripristinare la rete dei veri Pronto Soccorso e Punti di Primo Intervento.


SNAMI ritiene che l’unico progetto di riordino credibile sia il rispetto dei rapporti ottimali dell’emergenza territoriale e dell’attività di continuità assistenziale di 1 punto erogativo 118medicalizzato e continuità assistenziale h24 ogni 60.000 abitanti per 350km quadri di territorio regionale al netto dei doverosi correttivi oro geografici per garantire una vera risposta territoriale e non strutture surrettizzie di pronto soccorso bonsai


Il Consiglio Regionale SNAMI ER - Morciano di Romagna – 16 Dicembre 2023






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