Nell’attesa di approntare il software, come segnala una nota del sindacato Snami, ai medici in servizio ai Cau era stata data indicazione di non richiedere il pagamento. «Alcuni dirigenti hanno dato indicazione tramite WhatsApp di non riscuotere i 20 euro per la visita — spiegano i sindacalisti — ma in questo modo si genera un sistema di prestazioni non remunerate ai professionisti e soprattutto sono già segnalati casi di scelta di un servizio piuttosto che a un altro in ragione di questa mai prevista gratuità». Il passaparola avrebbe portato i pazienti a rivolgersi preferibilmente al Cau piuttosto che alla guardia medica o al Pronto soccorso per questo meccanismo “inceppato” che consentiva a tutti di essere visitati senza ticket e senza costi. Adesso però si torna alla modalità del pagamento “brevi manu” anche nella struttura del Navile, mentre si lavora a installare il “Pos” per le visite mediche. «Rimangono valide le modalità di riscossione del pagamento per prestazioni erogate a pazienti provenienti da fuori regione già utilizzate dai medici di continuità assistenziale — precisa l’Ausl di Bologna — l’azienda si impegna ad attivare il recupero crediti laddove l’attivazione dei dei primi Cau
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