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CAU: UN PROGETTO NATO MALE, PROSEGUITO PEGGIO. I MEDICI NON POSSONO ESSERE VITTIME DI IMPROVVISAZIONE ORGANIZZATIVA E AZIONI EQUILIBRISTE DI UN SISTEMA CHE HA PERSO LA VISION

  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

SNAMI Bologna esprime ancora una volta il “come volevasi dimostrare”, disapprovazione per l’attuale impianto e gestione dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU), un progetto che si conferma essere nato male e proseguito peggio. Sin dall’inizio, la sua attuazione è stata il risultato di una programmazione affrettata, costruita su basi fragili, sorda alle osservazioni avanzate e firmata da una sola sigla sindacale attraverso un semplice verbale d’intesa: non un accordo, non un contratto. Un verbale d’intesa, strumento debole, che ha esposto centinaia di medici a una fisarmonica contrattuale equilibrista.

Questa scelta ha aperto la strada a un sistema caotico, dispendioso e strutturalmente indefinito, che ha lasciato i medici in balia di un'organizzazione mutevole, senza regole chiare né certezze operative. Gli stessi professionisti coinvolti si sono spesso trovati a dover adattarsi a continui cambi di rotta, privi di riferimenti stabili e con risorse umane e logistiche distribuite in modo disomogeneo e inefficace con ogni azienda costretta ad arrabbattarsi per garantire, con oneri ancora ulteriori, reperibilità e altro. Il tutto, mentre il vero sistema d’emergenza viene lasciato nel dimenticatoio.

Come SNAMI abbiamo fin da subito espresso pubblicamente il nostro disappunto per quella che, in molti contesti della regione, si è rivelata un’organizzazione “alla Filini”, dove nemmeno si erano regolate le coperture per assenza improvvisa con i reperibili, inadeguata rispetto alla complessità del contesto e alle priorità che i medici sanno esistere. Riteniamo che i lavoratori abbiano diritto a un assetto organizzativo chiaro, stabile e funzionale. Un servizio pubblico non può poggiare sulla precarietà gestionale o sulla continua rincorsa all’emergenza di turno.

Serve programmazione seria, concertazione vera e rispetto delle professionalità coinvolte.

Per questo motivo siamo convinti che queste chiusure notturne siano nel loro insieme, un opportunità concreta  per ristrutturare seriamente i servizi territoriali lasciati all’abbandono istituzionale da troppi anni, come il servizio di continuità assistenziale che necessita di una netta revisione, strutturazione della risposta, potenziamento della retribuzione e degli strumenti di lavoro, con una visione di lungo periodo e basata soprattutto su veri accordi di lavoro e non su effimeri verbali d’intesa, peraltro oggi non rinnovati nemmeno dalla stessa O.S. che li aveva sottoscritti in solitaria inizialmente.

Modelli e parametri strutturali cosi’ come standard di prestazioni del servizio territoriale devono essere chiari e definiti per la continuità assistenziale, per l’ emergenza territoriale e  per i futuri ambulatori di AFT e cosi’ via. Stesso dicasi per i Pronto Soccorso, altro oggetti di un continuo rimaneggiamento apri e chiudi in questi anni.

SNAMI Bologna continuerà a vigilare affinché ogni riforma del sistema sanitario sia davvero al servizio dei cittadini e rispettosa della dignità dei medici che ogni giorno lo rendono possibile.




 
 
 

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